domenica 13 maggio 2012

Auguri madre


Quella votata voce svanisce, madre

Quella votata voce svanisce, madre,
col tempo che sai portarti via il fiato
e le note d'una nenia a me così cara.
Sul serio mi chiedo quale travaglio
non meriti ancora il miele sulle piaghe,
quale infinito sorriso non vada riso
tuttora dalle nostre comuni labbra.
Sotto le ombre brulicate dei rimpianti
mi assiepo, spira la gelida nostalgia
dei papaveri quando tra le braccia
si stendono per assopirsi.

[Francesco Papapicco]

***

C'è un istinto ingovernabile più degli impulsi carnali, c'è un legame inviolabile che non riconosciamo per pudore. Una madre resta la donna incompiuta, quel convincimento interiore che ci condiziona. Quando matura la scelta di separare le vite e di avviare un nuovo processo di crescita, ritorna il ritmo materno nel suo primitivo ruolo biologico distaccando dalla nostra compiuta razionalità attimi di nostalgia. Si fa così greve l'assenza delle prime nenie quanto più indispensabile diventa il distacco! "Quale travaglio non meriti ancora il miele sulle piaghe, quale infinito sorriso non vada riso tuttora dalle nostra comuni labbra"? So che una madre avrebbe risposte troppo pericolose, pregne di un essere facilmente suggestionabile, che ci immobilizzerebbe in un abbraccio eterno; tuttavia, la vita è un paradosso da assecondare per intero, così che si abbia la possibilità di partecipare attivamente alla continuazione del tempo. E fingerci "papaveri tra le braccia" solo nell'intimo sonno di ogni notte, discretamente.


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